mercoledì 11 dicembre 2013

Le illuminazioni (Rimbaud)






Nel 1910 al trentenne bambino, futuro scrittore Albero Moravia, vestito da pupattolo coloniale, a spasso con la madre mastodontica matrona di Ancona, si trovò a Roma in una giornata di scirocco profumato, illuminato da un sole a forma di ananas, mentre delle scimmie, arrampicatesi sui palmizi, lo salutavano discendevano gli scalini di piazza di Spagna, scalinata dalle statue di marmo scolpite a forma di Papi e inforcati alcuni vicolini, apparve nella vetrina di una minuscola libreria la copia delle illuminazioni di Rimbaud, nel cui libro si parlava del poeta in Africa, il quale, fumante in pipe a forma di trombe dell'apocalisse erbe oppiacee, viaggiava su cammelli panzoni con dei beduini dagli occhi turchini e scintillanti come stelle, con le tuniche fatte di puntini rossi marocchino, avanzanti nel deserto. Una immensa torta lievitata al Pan degli Angeli-lontana la scia dei calpestii delle zampe della cammellata.


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