giovedì 5 dicembre 2013

Il cuoco grasso




In un cottage a forma di ippogrifo di un quartiere di villine di New York, David Leavitt, scrittore americano dalla cravatta cucita a forma di chiavona del Vaticano, aveva indetto un party gay per solo sodomiti tra i quali c'erano gli italoamericani Italo Caciotta, Jack Malto, Bucati Maccheroni e Crassiumo Mortadella.
In quella occasione mangiavano hamburger a forma di buldog e c'erano delle penne alla pommarola, condite con piselli che suonavano canzoni veraci italiane come “L'italiano”, “O sole mio” e “Volare” perché al loro interno c'erano delle microscopiche microchips vegetali che le trasmettevano e a contatto con la saliva orale si spegnevano.
In un altro cottage americano a forma di torta meringata, perciò dall'intonaco color panna montata, ci fu un altro festino gay. Il cuoco italiano panzone chiamato Maialcrassodi Leondor preparava a tutti gli invitati dei tortellini bolognesi alla panna e per dolce un dessert gigante a forma di Giacomo Leopardi fatto di gelato e tutti applaudirono il maestro pasticcere quella notte perduta nel tempo in cui Villa il nano, durante la festa, aveva fatto sesso con i ragazzi italo americani chiamati Pomodorana, Pizzetta e Basiliconte.
Il cuoco grassone toltosi dalle asole i bottoni a forma di minuscole statue della libertà, così svestendosi, era stato il primo a tuffarsi nella notte d'estate in una piscina illuminata del giardino della casa.

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