lunedì 16 dicembre 2013

Il gorgonzola




Villa il nano raccontava, in una latteria-cornetteria, al nano Melanzana, di un libro intitolato il “callista medievale” che, chiamato Anatranasalo, curava con degli utensili da estetista, la pietra pomice e le pomate, i calli ai prelati, certi dei quali chiamati Melevo, Santuarione e Gianni il serpente della Madonna.
Il salone di bellezza lo aveva in un borgo vicino al vescovado ed era tutto un andirivieni di monsignori e cardinali. Don Sturzo che aveva dei piedi somiglianti a zampe di struzzo, don Ceso Anastasia dai piedi a forma di zampe palmose di anitra, e il seminarista chiamato di cognome Giovannosanna frequentavano tutti il pedicure.
Anatranasalo frequentava con Villa il nano e con il don chiamato Cessocesa Suaoramariolina una trattoria di Sala Baganza dove un cameriere fantasma serviva sopra dei vassoi canelloni di vitel tonnè e budini alle verdure, che si muovevano tra i tavoli serviti da nessuno come fossero sollevati dall'aria.
Alcune volte mangiavano con loro anche i don chiamati Chiavichinga Tleto e Cilicio Ciliegio. A questi preti Villa il nano raccontava di aver viaggiato nelle notti dopo le partite notturne fatte in trasferta sulle corriere locumone del Milan, Lisbona e del Gorgonzola calcio. Quest'ultima corriera color gorgonzola con le screziature verdini tipiche di questo formaggio piccante e prelibato, stando vicino al magazziniere dei palloni, al becchino e al reverendo della squadra e di fianco ai giocatori chiamati Formaggiolo Gonzola, Verdio Donabbondio e Milanio Brianza.
A Lambrate mentre erano in viaggio avevano intravisto, davanti a fuochi, delle puttane dai galloni e i coscioni grossi come dei cocomeri.

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