Villa
il nano raccontava di un giorno di carnevale a Pontetaro, a casa
Savi, del paron Arturo, omone grosso come una quercia, industriale di
uova e galline, quando aveva assistito sotto il portico a una gara di
corsa di capponi che correvano con calcati in testa dei piccoli
tubini.
Paron
Savi inoltre gli aveva fatto vedere come nell'azienda confezionavano
industrialmente le uova che giravano su dei rulli salendo e scendendo
da macchine di imballaggio come fossero pazzi avventori sui
veicolini della giostra delle montagne russe di un luna-park
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