martedì 16 luglio 2013

L'orto di erbette







Un giorno il Dio parigino, dalle dita come immense e lunghissime baguette, dall'alto dei cieli, vide i nani Villa, Nembobulloni dei Nuvoloni, Cesanniani e Gianfigliazzi Tesorinio, con in tasca un baulino pieno di ori e medaglie, criclenti d'oro, color giallo limone, da zingari con in rilievo Sant'Antonio Abate, nelle cui fessure c'era un nero da caricare in macchina, per poi andare nel quartiere latino con un culturista e successivamente sulla Senna prendendo posto su un barcone a forma di cigno a mangiare un branzino al vino.
Il culturista aveva degli addominali a forma di una torre Eiffel minuscola. Villa il nano raccontava quando aveva ammazzato un palestrato in un orto di erbette nane, e di avere assistito a una partita di football tra le squadre del Bibbiano, dal gagliardetto con disegnato un breviario, e una bibbia del Corcagnano dallo stemma con stampato un cane in corsa su una gradinata stipata di tifosi, con il nano detto Brodo Minestrale e il nano Tarquinio Torquato o di avere viaggiato su un bus di Busseto, dai sedili foderati di seta color Fernet, insieme ai camerieri chiamati Ediponio e Cioccolaticcioni dalla camicia guarnita con degli orli di strisce di pelliccia di ermellino tinte color analcolico Campari e fosforescenti.