lunedì 30 dicembre 2013

Il revisore dei conti della Parmalat



Una notte degli anni ottanta il revisore dei conti della Parmalat, nonché commercialista, Luciano Silingardi con a fianco Villa il nano sulla sua auto presidenziale, entrato nello stradello della sua villa di Cazzola, paese che significa il sesso del pittore Mazzola, ad un certo momento vide un camioncino in cui i ladri, caricati mobili e quadri antichi, fuggivano dall'altro senso.
Quella stessa notte di fruscii di macchine come di velluto, da una trattoria del paese, con giardino antico e rococò di cedri ed edera color giallo limone, avvinghiata su tronchi color pelo di cane setter, in cui si sentiva profumo di volp, Silingardi e Villa il nano svegliarono l'ancora assopita proprietaria della locanda Lalla Bertogalla, la migliore cuoca di fagiani del parmense, e il commercialista telefonò alla moglie Mariagrazia e ai rampolli Marco ed Andrea, ragazzi pallidi color latte prodotto dalla ditta del cavalier Tanzi in cui scorrevano, a fior di pelle, delle vene turchine della loro ricchezza e nobiltà spiegando il furto di comodini dai piedi intagliati a forma di zampe di leone, e un frattino con il basamento intagliato a forma di una simpatica maialina ballerina sulla punta di una scarpetta da danzatrice etoile.
Dirò che Silingardi era nano quanto Villa il nano, ma portava dei mocassini con i tacchi nascosti dai pantaloni lunghi.

Nessun commento:

Posta un commento