lunedì 16 dicembre 2013

Il lago di Ginevra



Per un ultimo dell'anno del 1921, in un albergo sul lago di Ginevra, il vecchio chiamato Camice Carlo, con un ragazzino somigliante ad una ragazzina, tanto era grazioso, festeggiava la notte di San Silvestro.
A quell'ora entrarono due ragazze; una delle quali si chiamava Ginevra e aveva la carnagione bianca come le piume di un cigno. Soggiornava nell'albergo anche Villa il nano con un convittore del liceo Maria Luigia vestito color carbone fosforescente, dai ricami a forma di minuscole locomotive, che gli aveva regalato il padre ferroviere.
Tutti, a notte fonda, dopo le feste, andarono a dormire finché, all'indomani mattina, arrivò nelle sweet un cameriere idiota con un bricco di caffè caldo e madleine.
Villa il nano e il suo amico avevano davanti alla finestra il lago e fuori, nei prati, si vedevano i corpi di barboni riversi morti per la gelata della notte.
Un cigno verde finocchio che volava, e che il convittore che per la sua rarità, unicità ed irripetibilità, aveva paragonato al nano mentre sul lago ghiacciato pattinavano la bambina detta Lingualimone dagli scarponcini a forma di ponghe rosse di campagna ed imbalsamate, e il bambino Carotella nano detto il Prosciuttolanghiranatico, dal tabarro rosato e di grasso bianco come una fetta di salume.
Quando un pomeriggio del mese di giugno dalla Svizzera tornò a Parma, in cielo c'erano centinaia di temporali tutti in una volta e i tuoni sembravano i brontolii del culo del pittore Antonio Allegri detto il Correggio.
I lampi le sue pennellate gialle e l'acqua che scrosciava le sue urinate. Appena finì la buriana su una macchina Cadillac decappottabile alcuni ragazzi di Parma detti il Felinaxxagatto, il Muffatopo, e uno di Como detto il Manzovitellone di Renzo e Lucia, viaggiavano nei borghi a tutta velocità felici della loro giovinezza perdigiorno.
Intanto Villa il nano sul taxi dell'autista detto Prifilattocone dai guanti di lattice come dieci profilattici nelle dita passava in un borgo davanti alla statua del pittore Ilario Mercanti detto Lo Spolverini. Una guardia ecclesiastica sotto le sembianze di un pulcinone giallo e gigante che sentinellava davanti a una chiesa color zabaione ferì il ragazzo di Felino chiamato Felinoxxagatto.

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