Nelle
sera o nelle notti dai fari doppiamente illuminati di luce color
mimosa delle automobili, Villa il nano con il nano chiamato Zucca di
Cenerentola, camminando o seduto a un bar del centro di Parma,
provava un sentimento simile a fuoco bruciato come una stella cadente
con la sua fiamma ricamata nel cielo per delle ragazzine graziose,
carine e angeli dello stilnovo, le quali passanti si allontanavano
nelle galassie del mondo poi perdute per sempre.
Prima
di sparire gli ammiccavano gli occhi, sornionamente amorosi,
ispirandogli un letto di un albergo come un minuscolo dado dentro cui
fare l'amore bevendo un super bollicinato frizzantissimo della valle
degli champagne, mangiando tartine con il formaggio con i buchi.
Nessun commento:
Posta un commento