Su
un motorino Piaggio, vestita di bomber, con a un dito un anello a
forma minuscola di volto del cantante Vasco Rossi, in cui un
microchip interno suonava la sua canzone “Alba Chiara”, la
ragazza Melania Chiesa arrivò in città per partecipare
alla Fiera di San Giuseppe con su la bambina, detta La Carota, dai
capelli color carota, e con le efelidi arancioni dello stesso colore
sulla pelle.
Salutate
da ragazzini tamarri e punk salirono sui veicoli elettrici degli
autoscontri urlando del frocichino a Villa il nano, anche lui alla
guida di una delle macchinine.
Scorgendo
Melania morsicare una mela a Rosario, a Villa il nano venne in mente
un masturbatore di lattice a forma di mela verde con cui stimolava,
nel greto del Parma, il pene al nano detto Stecchina, un chierichetto
della Chiesa della Steccata con il quale, insieme al prostituto
chiamato Anogelido Gelati, andavano in una trattoria di Parma a
mangiare e bere del lambrusco Grasparossa, in bottiglie di vetro
gialle color formaggio parmigiano-reggiano.
In
tempo di guerra avevano fatto amicizia con un partigiano di Medesano
chiamato Zanetta, il quale aveva delle fibbie alle scarpe a forma di
pistole e il soldato comunista poteva sparare ai tedeschi alzando i
piedi nelle macchie dei boschi di Varano Marchesi.
Villa
il nano durante le notti di quell'epoca girava per le strade sopra un
taxi color lambrusco sgargiante e aveva visto a passeggio una sera lo
scrittore Delfini, duca di Modena, con la signora bovini, la sua
amante, dalla corporatura simile ad uno dei due brassè e
vestita con un abito guarnito di piume gialle di canarino.
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