martedì 7 gennaio 2014

L'ascensione





Villa il nano prese un taxi e passò davanti al liceo artistico Toschi dove, nella notte, vide negli abbaini dello stabile dei giovani studenti pittori, con piume alla testa, dipingere, copiando, modelle nude, e uno di questi aveva dipinto il quartiere dei cinema morti e in rovina di Parma dalle insegne ormai fioche e mutilate di qualche lettera.
Guardando una insegna del nome della sala di proiezione riconobbe Mammuriumidità, ottimo affrescatore e Parmammolone, strabiliante pittore naif della domenica. Il Testa Quadra di Reggio, un nano pittore vestito di un montone tinto color rosa dentifricio, andava a notte fonda a fare il puttano in pensilina e, smontato dalle Ferrari color maionese dei clienti di sesso, andava poi a lavare le turche, dopodiché svolgeva durante la mattina il mestiere di garzone di barbiere, dormendo tutto il pomeriggio fino alle otto di sera in una cantina piena di topi, orario dopo il quale frequentava una bottega dove dipingeva soggetti per cupole, poi ricominciava gli altri mestieri e così ricominciando aveva il portafoglio pieno, il frigo pieno di malvasia, e tanti tortelli da mangiare.
Villa il nano insieme a lui andava di notte nei quartieri dove a Parma si mangiavano anolini e il Testa Quadra gli apriva, con dei chiavoni a forma di testa di capponi, abitazioni mentre i proprietari russavano sotto le coperte e gli mostrava le sue cupole dipinte.
Quella del topo ascendente fuggitivo da trappole, colle e gatti saltanti per afferrarlo, quella del gatto da cani inferociti, quella del messia a cui legionari di Ponzio Pilato gli lanciavano fichi, quella di un barbone che sullo Space Seattle di un tappo sospinto dal gassissone dell'anidride carbonica del vino saliva su Pluto e quella di un maiale che si librava per mezzo di una scoreggia lasciando sotto dei norcini con le lame.
Lo stesso Testa Quadra quando morì, dopo tre ore, risorse e ascese in cielo. Un anelo soldato bellissimo tanto femmina da apparire mostruoso, il quale sentinellava nel cimitero non riuscì a vederlo uscire dalla tomba, ma arrivò davanti alla pietra tombale trovandola già scoperchiata.
Villa il nano stava festeggiando un festino, a base di ciccioli e sauvignon, con pittori in un abitazione antica tra i palazzoni immensi dei conventi di suore del centro e vide salire il pittore in cielo, mentre al ristorante Canon d'or con il bollitore del brodo più simile ad un cannone d'arsenale sparavano in cielo cani d'oro lessati e questi però ricadevano giù.

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