Villa
il nano prese un taxi e passò davanti al liceo artistico
Toschi dove, nella notte, vide negli abbaini dello stabile dei
giovani studenti pittori, con piume alla testa, dipingere, copiando,
modelle nude, e uno di questi aveva dipinto il quartiere dei cinema
morti e in rovina di Parma dalle insegne ormai fioche e mutilate di
qualche lettera.
Guardando
una insegna del nome della sala di proiezione riconobbe
Mammuriumidità, ottimo affrescatore e Parmammolone,
strabiliante pittore naif della domenica. Il Testa Quadra di Reggio,
un nano pittore vestito di un montone tinto color rosa dentifricio,
andava a notte fonda a fare il puttano in pensilina e, smontato dalle
Ferrari color maionese dei clienti di sesso, andava poi a lavare le
turche, dopodiché svolgeva durante la mattina il mestiere di
garzone di barbiere, dormendo tutto il pomeriggio fino alle otto di
sera in una cantina piena di topi, orario dopo il quale frequentava
una bottega dove dipingeva soggetti per cupole, poi ricominciava gli
altri mestieri e così ricominciando aveva il portafoglio
pieno, il frigo pieno di malvasia, e tanti tortelli da mangiare.
Villa
il nano insieme a lui andava di notte nei quartieri dove a Parma si
mangiavano anolini e il Testa Quadra gli apriva, con dei chiavoni a
forma di testa di capponi, abitazioni mentre i proprietari russavano
sotto le coperte e gli mostrava le sue cupole dipinte.
Quella
del topo ascendente fuggitivo da trappole, colle e gatti saltanti per
afferrarlo, quella del gatto da cani inferociti, quella del messia a
cui legionari di Ponzio Pilato gli lanciavano fichi, quella di un
barbone che sullo Space Seattle di un tappo sospinto dal gassissone
dell'anidride carbonica del vino saliva su Pluto e quella di un
maiale che si librava per mezzo di una scoreggia lasciando sotto dei
norcini con le lame.
Lo
stesso Testa Quadra quando morì, dopo tre ore, risorse e
ascese in cielo. Un anelo soldato bellissimo tanto femmina da
apparire mostruoso, il quale sentinellava nel cimitero non riuscì
a vederlo uscire dalla tomba, ma arrivò davanti alla pietra
tombale trovandola già scoperchiata.
Villa
il nano stava festeggiando un festino, a base di ciccioli e
sauvignon, con pittori in un abitazione antica tra i palazzoni
immensi dei conventi di suore del centro e vide salire il pittore in
cielo, mentre al ristorante Canon d'or con il bollitore del brodo più
simile ad un cannone d'arsenale sparavano in cielo cani d'oro lessati
e questi però ricadevano giù.
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