mercoledì 22 gennaio 2014

Il borgo Antelamico




In un borgo Antelamico, dai palazzi di marmo rosa di Verona, su cui erano scolpite formelle, Villa il nano entrò, una sera, dentro una torrefazione dove bevve un caffè e mangiò una madleine, a forma di piede di una Dea, e vide il nano chiamato Cazziodoro giocare a un flipper a forma di tombone, luminoso di luci color larve, nel quale, giocando, faceva schizzare, impazzita, la pallina a forma di teschio minuscolisssimo.
Villa il nano, nell'estate di quell'anno, stette a gozzovigliare a una tortellata di San Giovanni in un giardino di una casa di Fontanellato finché non cadde la rugiada, come goccioloni gonfi e turchini, da un contagocce di un boccetto medicamentoso.
Con i nani chiamati o detti Cicognocco Cignocco e Cicognocolana andavano invece a scoparsi nel bagno della trattoria di Baganzola chiamata “Il culo goloso”, dove mangiavano fettone di tortafritta a forma di deretano.
La notte nel locale le zanzare imprigionatesi dentro alle lampadine dei lampadari vi sbattevano, come la pallina di un flipper, e la luce gialla si macchiava di schizzi di sangue fuoriuscente dai pungiglioni, poi Villa il nano, vestito di una maglietta marca del coccodrillo africano, in compagnia di questi leccava un gelato Tanara con la lingua gonfiolina simile ad una castagna di color fragola.
Tutti i sabati della stagione invernale Villa il nano, con i suoi amici, andava a mangiare nella trattoria, poi nella nebbia, idrometeora di goccioline d'acqua microscopiche sull'utilitaria a forma di oca bianca, ricamata e guidata da Cignoco, e ogni volta che uscivano nel nebbione dal paese, costeggiando il campo sportivo dove i giocatori manco vedevano il pallone, succedeva loro di vedersi attraversare la strada da un gattone a forma di piccola botte, color rosso lambrusco, sgargiante come le paratie o i paramenti sacri.
Villa il nano raccontava della nebbia a Milano negli anni sessanta e dell'albergo a forma e del colore della bottiglia di amaro Ramazzotti, sul cui palazzo era stampata persino l'etichetta e in cui viveva l'allenatore del Milan Rocco.
Nella notte passando in auto con lo zio Gosinoni dopo essere andati a vendere scarpe di Vigevano di magazzeno vedevano le finestre scure come l'amaro e il Paron stava dormendo.

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