martedì 14 gennaio 2014

Lo scienziato



Villa il nano aveva un amico scienziato detto Coperchioni colore di pentola il quale, con un telescopio e una sonda, individuò sulla luna le ossa di Cristo, asceso mille anni prima, e questi chiese allo stato americano una navicella per andare a prelevarle su Selene.
Tutto il viaggio spaziale degli archeologi che testarono le ossa con reazioni chimiche al carbonio per datarne l'età fu ripreso dalla tivù mentre i nani Pigmessia e Villa videro specchiarsi sulla luna una cantina, con relativa scala di scantinato, per accedervi nella quale il nonno nasone pittore Sirocchi annusava tocchi di formaggio a forma di seghe del falegname Giuseppe, padre di Gesù, e un topo lunghissimo, vecchissimo e re checca del regnum murum li grattugiava con i denti e aveva soprannominato il pittore la “Nasa casearia”.
I Tre Villa, Pigmessia, e lo scienziato, mangiando mansolone lesso, blu con vene azzurre, che Cristo per ascendere in cielo aveva ingerito una radice che toglieva la forza di gravità che nasce sulla luna, dove, appunto, non si sta attaccati al suolo, e i cui semi caduti e germogliati nel Sinai aveva trovato Gesù.
A quell'epoca passò sulla via Emilia un tir vetusto con montato un enorme tendone. Era il circo del calcio e al suo interno si potevano vedere tanti assi del pallone, tra i quali Piola, Meazza e Libonatti che palleggiavano tarocchi, o ancora più da giocolieri bicchieri pieni di aranciata senza versare il liquido arancione fuori.
Villa il nano ai bordi della strada, nei pressi di Pontetaro, piangeva di gioia e si ricordava quando a San Siro, prima della partita, si era fatto spolverare le scarpe da uno sciuscià e il circo si allontanava lungo la strada mentre il cannoniere Boniperti, all'interno, dava un calcione a una donna cannone che carambolava fuori,la quale poi risaliva sul camion in corsa.

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