Il
nano detto il Nea del Pecoraccio faceva sesso sotto il ponte
Caprazucca con Villa il nano, il garzone barbiere chiamato Cavillo
Anolanosi, e il barbiere detto Umberta re.
I
nostri nel greto si facevano calare mastelle di tortelli di zucca o
al ragù di capra ancora fumanti da qualche cameriere di
servitù all'Hote Toscanini, poi nel buio, quando arrivavano
gli altri pupattolini prostituti nani, chiamati Bela Bela, Belè,
Belasio e Tortellefono, riscaldati da qualche falò, li
mangiavano, giocavano con burattini a forma di pongoni e sventolavano
bandiere del partito comunista color lambrusco.
Il
Bela Bela aveva una copia maccheronica della Gazzetta di Parma, la
cui testata era intitolata “La Gassosetta di Parma” con stampato
un bellissimo articolo sul ciclista Adorni, vincitore al Giro
d'Italia.
I
nostri risalivano le balaustre del torrente e camminavano sullo
stradone fumando pipe olandesi lunghissime e si dirigevano al
Petitot. Bela Bela-dindolante il suo campanellino al collo come una
pecora-si soffiava i moccoli a forma di feti di uccellini in un
fazzoletto di seta ascolano a strisce bianco e nere.
Da
una finestra del casino Villa il nano vide passare il barbone
miliardario detto il Capranera, profumato di mille afrori e con dei
mazzoni di banconote flosce e penzolanti come pesci dalle tasche.
Il
nano Bela Bela appunto per le feste aveva invitato Villa il nano a
mangiare gli occhi di pecora lessi nel risotto al pecorino e per
dolce Moretti Sammontana a forma di volti di marocchini che il nano
trovò prelibatissimi come erano pieni di liquore e che il
padre di Bela Bela aveva portato dall'industria Italgel dove passava
le notti, lavorando da operaio, a produrre i bif e dei coni gelati.
Il
padre offrì a Villa il nano uno di questi bif dal ghiacciolo a
forma minuscola di Petitot e alla vaniglia, poi mangiarono il
panettone della marca “Mammotta Mammandorlata” e bevvero
dell'Asti Cincinzano.
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