Con
il nonno pittore Sirocchi, dal nasone lunghissimo e ricamato da porri
a forma di fronzoli rococò, un prete elettricista interruttore
dell'aldilà e un don ubriachello chiamato Divino Santinelli
Fiaschi, Villa il nano, sceso dal taxi del conducente, chiamato
Ozanna Cinghialo, salì su quello del taxista chiamato Nurserio
Cicogno che li portò in territorio reggiano.
Il
taxista era pieno di motti e facezie e il più bello degli
aforismi era quando esclamò che ai topi piace il formaggio, ai
barboni il vino e ai bambini la panna montata. Villa il nano sul taxi
raccontava del presidente della Juventus, chiamato Abbacchiagiannello
Pecorelli, portato in trionfo insieme ai giocatori Cuccurucuccagneddu
e Beltega per lo scudetto del 1977 su un utilitaria della ditta
automobilistica torinese, nei caroselli di automobili su tutti i
corsi del centro, a cui partecipava anche Villa il nano su una
cinquecento a forma di fiasco guidata dal meridionale chiamato
Roseolo, operaio della Fiat e addetto all'assemblaggio delle
autovetture.
A
Villa il nano che si trovava a Torino il giorno della tragedia di
Superga, avevano raccontato che un seminarista di fede juventina
aveva messo un cappello bianco quasi argenteo o madreperlaceo da gran
dama torinese della signora Agnelli, madre del padrone della
“Signora” nel congegno dell'altimetro dell'apparecchio su cui
volava il Grande Torino provocando la strage.
Ritornando
al taxi fecero un giro anche a Colorno, paese allagato dal colore
giallo Parma versatosi in gran quantità dai contenitori e con
il quale gli imbianchini dovevano tinteggiare la facciata del Palazzo
Ducale. Infine incrociarono una volante della polizia sulla quale
avevano arrestato un puscher di oppiacei chiamato Cuorano Maiallah.
Tutti
sul taxi ridevano dei racconti di Villa il nano. di quando, per
esempio, aveva campeggiato nei boschi degli Abruzzi dormendo in tenda
con un orsone marsico come se fosse un peluche gigante.
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