Villa
il nano, una notte, andò a trovare in carcere Babà
Gerofichici il quale fuggì con lui calando delle garze
robuste, srotolate da una mummia, che conservava in cella.
Villa
il nano con Babà andò in collegio dove mangiò
delle crocchette di riso a forma di cocorita dai chicchi di riso
variopinto.
Villa
il nano, nella stanza dove dormiva Babà, si vide ritratto in
un quadro naif minuscolo in cui era dipinta una città egiziana
d'oro, dai palazzi bianchi a forma di mummie giganti, dove dall'alto
si vedevano nelle stradine, dove aveva luogo una corsa del Palio
degli Ippopotami, con su dei fantini bambini nani dalla carnagione
colore dell'ottone fra i quali scorse un fantino con un frustino
gigante sull'ultimo cavallo di fiume.
Nel
quadro era dipinta una casa a forma di credenzone egiziano,
intonacata color cioccolatino umbro, in cui risaltava una meridiana
dipinta d'oro e da una finestra del verone, infiocchettata, si
vedevano degli affreschi, dipinti nel dipinto, raffiguranti dei
bambini egiziani che srotolavano bende a formiche, come sottilissima
carta igienica, mentre sul balcone una signorina egiziana dalla
carnagione color limo sposava un faraone, però vestito in
doppio petto, con calcato sulla testa una tuba a forma di piramide
fatta a sfinge.
Il
festeggiamento in onore del matrimonio terminava con la gara di corsa
degli ippopotami.
http://www.iraccontidifarfallina.altervista.org
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