lunedì 3 giugno 2013

Il quadro









Villa il nano, una notte, andò a trovare in carcere Babà Gerofichici il quale fuggì con lui calando delle garze robuste, srotolate da una mummia, che conservava in cella.
Villa il nano con Babà andò in collegio dove mangiò delle crocchette di riso a forma di cocorita dai chicchi di riso variopinto.
Villa il nano, nella stanza dove dormiva Babà, si vide ritratto in un quadro naif minuscolo in cui era dipinta una città egiziana d'oro, dai palazzi bianchi a forma di mummie giganti, dove dall'alto si vedevano nelle stradine, dove aveva luogo una corsa del Palio degli Ippopotami, con su dei fantini bambini nani dalla carnagione colore dell'ottone fra i quali scorse un fantino con un frustino gigante sull'ultimo cavallo di fiume.
Nel quadro era dipinta una casa a forma di credenzone egiziano, intonacata color cioccolatino umbro, in cui risaltava una meridiana dipinta d'oro e da una finestra del verone, infiocchettata, si vedevano degli affreschi, dipinti nel dipinto, raffiguranti dei bambini egiziani che srotolavano bende a formiche, come sottilissima carta igienica, mentre sul balcone una signorina egiziana dalla carnagione color limo sposava un faraone, però vestito in doppio petto, con calcato sulla testa una tuba a forma di piramide fatta a sfinge.
Il festeggiamento in onore del matrimonio terminava con la gara di corsa degli ippopotami.









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