Villa
il nano faceva il prostituto e con il nano Pecorilo Caprazzucche un
bel giorno caricò sulla sua macchina, dal cofano bianco
ricamato come uno spumino, un culturista chiamato culturello
Bolizzanti; un tipo dai muscoli come vermi gonfi e scuri, con i
bicipiti come amaretti giganti e gli addominali a forma di pandoro.
Insieme
partirono per fare del sesso dirigendosi a Baganzola e mentre
viaggiavano Pecorilo mangiava in una mastella dei tortelli di zucca
ancora caldi, imboccando anche l'autista.
Villa
il nano si era fermato durante il tragitto a prenderle la pietanza
nella trattoria chiamata: “La barca, Il caprone, Il lupo, e Il
cavolo.
Mentre
guidava Villa il nano, siccome in quell'estate faceva caldissimo, si
raffreddava la faccia con un ventaglio bianco a forma di ala di
cicogna. Infine giunsero in una carraia di Baganzola, circondata da
siepi piena di nidi e uovini di scriccioli.
Villa
il nano e Pecorilo gettarono, arrivati lì, dei giaroni al
palestrato e infine Caprazucche, sfilata una catenella con una
medaglia d'oro giallo limone su cui era inciso un Sant'Antonio Abate,
strangolò un culturista.
I
due scapparono in macchina seguiti dal volo di scriccioli come dei
minuscoli putti.
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