lunedì 10 giugno 2013

Lo spettacolo dei burattini






Dopo avere assistito ad uno spettacolo di burattini nel teatrino dell'Annunciata, dove il burattinaio Italo Ferrari con voce cavernosa dava parole a Sandrone e Bargnocla che si prendevano a bastonate.
Villa il nano, con i nani Balococicicogna e Sborotalco, su una macchina utilitaria gonfia e bombata come una bomboniera di color confetto, arrivò in stazione e caricò nella notte un culturista chiamato Polpaccio Tacchini. Insieme si diressero, stando stretti stretti, a Baganzola, mentre Sborotalco discorreva di Meazza, Piola, Rivera, raccontando che sapessero palleggiare come se fossero una palla, una sigaretta e un cucchiaio.
Dopo avere mangiato qualcosa nella trattoria del paese, nel campo retrostante pieno di erbacce, i due percossero a tradimento il culturista che spirò dopo alcuni colpi riverso a terra, con degli addominali scolpiti come una formella dell'Antelami raffigurante un terremoto, sgretolatore dei palazzi di Parma, città vista come ammasso urbano.
Tornando a Parma Villa il nano raccontava di una serata trascorsa nel refettorio nella chiesa con Don Chiati OstiacialDon al Gelato, Giobertone Colasega, Bruttazzi Pecorio, Peccatorio Uselosanna e Turpiracciolo Vinino Santo, e poi la notte era andato a dormire di fianco al reverendo chiamato Anatemo Comunisti, e aveva sognato bamboli masturbatori peccatori chiamati Culino Cicogna, Garibaldo Borbonio, Falsari Giolotto, Politici Quirinalio e Ristoranti trattorio.
Nel sogno vedeva anche un campo di fiori dai pistilli giganti a forma di bottiglie di tutti i vini italiani dal profumo vinoso, sui quali andavano a nettare qualche goccia i barboni come api giganti, pelose e barbute.
Il sogno terminava con un maresciallo, chiamato Sorcione Sbaffato, che lo rinchiudeva nel carcere di Montepulci, fortezza a forma di pulce gigantesca da dove attraverso una finestra il nano vedeva il manicomio in cui era internato il poeta Campana, dal collo taurino con pieghe spesse di grasso, come filettature di una vite gigante che dottori in camice bianco e bombette bianche a forma di grosse Cibalgine lo legavano in una camicia di forza e poi lo imboccavano di una minestra di lepre.


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