mercoledì 5 marzo 2014

Le vergini




Un giorno Villa il nano incontrò a Parigi lo studente ragazzino chiamato Tresor Dormerdor. Accadde nel collegio delle suore dove questi studiava, diceva le Salve Regina prima di addormentarsi, recitava il rosario e serviva messa nella cappellina della scuola. Nella sera buia e nera Dormerdor infuse una bustina gialla di camomilla pocciandola nell'acqua calda, tenendola per il filo come se fosse una marionetta e gliela offrì nella sua stanzetta non prima di averci spremuto un limone. Chiaccherarono di ragazzine vergini, graziose, che volevano prendere i voti nel convento, certe Mariamariana, Napoleona e Francesca Miranda formose. ma massicce e pallide, dalle vene color marchi sbavati e blu sulle bistecche del macellaio,  e gli occhi cerulei e pacifici come quelli di un lago tremolante sotto la pioggia le quali come sante verginali vivevano già in stanze-gabbie di clausura imprendibili a studenti del collegio certi Rubba e Catturcica, ragazzi meridionali che in modo satanico urlavano perchè quelle ragazzine si prostituissero e queste invece pregavano la Madonna del Carmelo.

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