mercoledì 6 novembre 2013

Il Palio di Asti









A Villa il nano, un giorno, venne in mente il palio di Asti. Accadde quando, insieme al bambino Cavour e lo scommettitore detto Moscato, somigliante a un moscone dai baffi neri e lucidi come di sostanza mucide, andava da spettatore a seguirlo e lo stato sabaudo aveva emesso delle banconote con stampato un tartufo bianco, simbolo della ricchezza del Piemonte, tubero lucente in cielo a forma di luna che lo faceva nascere nei boschi di noccioli di Asti: ovvero soldati vestiti con abiti dai ricami a forma di chicchi di riso, e con ai lobi delle orecchie degli orecchini a forma di gianduiotti, presidiavano una mossa del palio con cavalli piemontesi che i fantini montavano con delle scarpe super ginniche di marca Superga, fatte di stoffa con la suola di lattice e a forma di piccole Basiliche di Superga.
Villa il nano compariva effigiato nel soldone di carta in mezzo alla folla con il nasino a forma di nocciola e con gli scommettitori piemontesi e senesi chiamati Lepro Pappardelli, Tartufone Navicello, Grappollo Rubini, Manzone Chianini, Coltello Altafiorentina, che aveva partecipato ad un festino in una villa senese tra fantini leggendari.
Una serpe avrebbe deciso e scelto il più mitico,incidendo con i suoi denti un morso alla pelle di uno di questi.

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