Una notte buia e tempestosa del 1700 Villa il nano
arrivò davanti al palazzo ducale di Colorno che imbianchini magrolini e
dai denti come fili d'erba tinteggiavano di giallo Parma, colore
liquido che conservavano in bottiglie e con due soldati marialuingeschi
muniti di lance e chiamati Carlino Erbiccia e Antoine Oppiomaria, dai
baschi color bianchi misti verdini a forma di tortelli. Villa il nano
parlando riuscì a convincerli a fare sesso nell'aranciaia piena di pomi
arancioni nella quale approfittò del loro deretano con un vibratore a
forma di ramo di arancio terminante in un suo frutto appeso e con i due
soldati femmine perché dal corpo e dal viso di una grazia e mollivia
da ragazze graziose seguendo un piccione colore itterizia finì in un
bar gelateria a degustare un tiramisù giallo vaniglia della forma di
minuscolo casino da caccia Petitot e Villa il nano ordinò anche una
sambuca con due chicchi di caffé dentro al bicchiere detti le mosche a
forma di muscidi dalla testina a forma del volto minuscolo del Conte
Mosca. Invece una mattina dal cielo come raso azzurro Villa il nano fu a
Colorno sempre davanti al palazzo ducale e parlò con un soldato, un
certo chiamato Colorno detto anche L'ernia dagli occhi blu di Madonna,
il quale era a fare la sentinella insieme a un altro soldato chiamato
Malattio delle Gengive orsesche e anche questi due li convinse a fare
l'amore e ciò si concretizzò nel pomeriggio in una carraia fangosa dal
fango come cioccolata sciolta, trapuntata di erba color pistacchio
stranamente bacellata di fagioli viola e velenosi non prima di essere
stati con il pittore Sirocchi in una locanda a sorbire un consommé di
crema di gamberi, bevendo lambrusco che aveva macchie a forma di dadini
rosati sui pizzi della manica della camicia di Villa il nano il quale
aveva spinto molto nel coito con il soldato nelle cui mutande a pizzi
nella foga dell'amplesso era entrato qualche filo d'erba e una ragazza
guardia di Maria Luigia dai bicipiti grossi come prosciutti incarcerò
Villa il nano in una torre a forma di dito indice gigante di Maria
Luigia dalla soffitta coperta come da una unghia di vetro e qui stavano
con il mastodontico carcerato Armone e il detenuto Sputone in una cella
zeppa di bucce di banane che a ben guardare erano invece borsellini di
quella forma e di quel colore con una cerniera verticale che
precedentemente avevano contenuto monetine.
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