lunedì 7 gennaio 2013

Il pugile Primo Carnera





             La sera di Natale dai due omoni giganti: i pugili Cavicchi e Carnera i quali come robuste bambine si allenavano facendo saltelli con la corda, Villa il Nano era andato a mangiare e dormire nella stanza segreta dell'abitazione del feudatario di Ponte Taro dove i due pernottavano in un inverno silenzioso dove nevicava come lana mandata da Dio ad una pecora immensa dall'alto dei cieli. Villa il Nano vide fuori della finestra sul davanzale un modello vetusto di scarpe di cuoio da pugile che provocarono la tenerezza del nano nei confronti di Carnera, il proprietario di queste. Poi arrivò la signorina Rina Gallanananabollizzante a servire il brodo con il cappone da gran signori con la mostarda di Cremona la cui frutta componeva nel vasetto la forma di una faccia di un clown con per naso una ciliegia. A mezzanotte ebbero la visita di quel bambino di mio nonno con cui fumarono e bevvero il "Benevento" altrimenti detto liquore Strega.
A notte fonda bussò un un circense, un certo chiamato Nandone Quadernetti che s'era perso con il camioncino da ambulante - carico di un lama e di un maiale che sapevano fare di conto - il quale andava a montare a Noceto un piccolo tendone da circo dove lui e il clown - che dormiva dentro alla roulettona, ubriaco di una bottiglia di Punto e Mes tenevano uno spettacolino; Nandone Quadernetti lasciò loro una locandina rossa pomodoro con stampato in oro il nome del circo Quadernetti e infine essi lo videro sotto la neve riprendere il viaggio per Noceto sul carrozzone insieme al clown - che con una scimmia li salutava da un finestrino - Nella notte  mentre i due pugili giocavano a un Monopoli antiquato, Villa il Nano e quel bambino di mio nonno leggevano libri, spicchiati dallo scaffale della biblioteca del feudatario bevendo a intervalli  in piccolissimi bicchieri il liquore Benevento e a Villa il Nano  era capitato in mano il libro malefico di Isidore Ducasse e stava leggendo di un uomo sbranato da squali bianchi color dell'alba. Vito invece leggeva un libro che spiegava che Cristo era asceso in cielo perché aveva ingerito una radiche chiamata SioniStella che cresceva sulla luna e che rendeva leggeri e batteva la forza di gravità. Sfogliarono anche il libro della favola intitolata: La cavia di Pavia; e nevicava, nevicava, sul paese degli spaventapasseri nei molti coltivi dai contadini e dei falò dei carnevali. Durante una serata del soggiorno Villa il Nano e gli altri avevano guardato la tivù che trasmetteva onde in bianco nero a forma del quizzologo Michele Buongiorno. 

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