Quell'epoca Villa il Nano la ricorderà per maialate ovvero mangiate di porchette, servite gonfie sui vassoi da camerieri girovaganti intorno alle immense tavolate sotto i portici di antichi casolari sprofondati in notti nebbiose nelle campagne parmigiane con giornalisti e assi passati del mondo del calcio e in questi fasti di Dio c'erano le divinità del fastidio: le mosche, minuscoli muscidi a forma di minuscoli bicipiti femminei che si posavano sui piatti e sui banchettanti con piroette degne di ginnaste e le mangiate di maiale terminavano in orge nella notte ai piani di sopra nel casolare e Villa il Nano e gli orgiaioli tra i quali i calciatori Meazza, Piola e Libonatti finivano catapultati con scivolamento dei pavimenti in stanze dentro ad altre sanze e poi su successivi letti dalle lenzuola profumate di mughetto e lavanda nell'intimo del casolare; Villa il nano con i suoi compagni di letto a notte fonda si preparava un caffè con una caffettiera di forma minuscola di stadio di San Siro dal gorgoglio quando veniva su il caffè come piccoli boati dei tifosi e lontano sulla strada posavano prostitute dai polpacci e coscioni giganti innervositi e slanciati dai tacchi delle loro scarpe e le loro vulve erano le cappe mignon della notte e queste donne erano terzine di non si sa quale società calcistica. Le pareti della stanza erano affrescate di delicate e appena sfiorate da fette rosate di prosciutto su cui era pennellato anche il bianco del grasso e Villa il Nano dormiva qui con Lodi, un tifoso rauco dell'Inter di Meazza.
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