venerdì 21 dicembre 2012

Il gatto gobbo


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     Villa il Nano si ricordava quando con un discendente del pittore Di Rinaldo Giuseppe Panini era stato su un palco al Teatro Regio  a una prima di Verdi e aveva sorseggiato acqua tonica, grigia gazzosa da una boccetta e da un palco di fianco i parmigiani chiamati Gatti, Barbieremorto, e Tombola Pentola Bombola della tortellata avevano lanciato ai due un gatto nero, gobbo e imbalsamato di Vicomero dagli occhi luminosi colore cedrata egizia che fibrillavano e esplodevano di mille luci giallognole come in un videogame; uscirono dal teatro e presero un taxi con Tombola Pentola Bombola della Tortellata che aveva lanciato il gatto impagliato e viaggiando sul taxi del conducente chiamato Dio Domenico Cinema gli occhi prismatici del gatto gobbo nero rubarono l'immagine di Villa il Nano il quale entrò nelle sfere luminose nel paese di Vicomero alle feste feline nella notte nera odorante del selvatico dei micioni che venivano portati in trionfo attorno a un campo sportivo di un circolo ARCI  del Vico. I gatti gobbi correvano una corsa di palio con in groppa come loro fantini, topi ratti, e pongoni grigi, dal muso rosellino e nel buio con i nani chiamati  Attodelgatto e Avvogatto. Villa il Nano guardava la gara mentre sulla statale  nella notte passavano le macchine dai fanali colore cherry, poi Villa il Nano entrò nel circolo dove era appeso un poster del Parma Calcio del 1973 di calciatori in piedi e accosciati e ordinò un amarognolo che bevve in un bicchiere a forma di minuscolo stabile del Cinema Ritz; infine vide su uno scaffale del circolo ARCI tre souvenir a forma di bolle con all'interno la riproduzione minuscola degli agglomerati urbani  dei paesi di Vicomero, Vigatto, e Felino e in ciascuno tre gatti con la conformazione tipica delle tre zone  e agitandoli dentro la neve artificiale si vide riprodotta in miniatura in un simpatico figurino plastificato all'interno della trattoria di Vigatto con in mano una fettina microscopica di tortafritta.
Nella notte il nano ordinò un taxi nella cabina telefonica a gettoni del circolo e si fece portare a Vigatto dal taxista chiamato Osso Partito di Calcio, e a Felino, e nella trattoria  di Vigatto vide gatti grigi imbalsamati oppure nella macelleria interna al locale il beccaio chiamato Pelagatti pelavo i gatti e li infilzava a un uncino poi nella notte nera passò volando una cicogna maiale metà trampoliere , metà scrofa dal grugno a forma di becco.
All'interno del ristorante Villa il Nano andò a raccattare  nel sepolcro di un antico cameriere chiamato Alberi dal Teschio  gonfio come una tortafritta, la divisa da sala colore foglie di pioppo che vestì e la tuba a forma di gatto grigio imbalsamato  che calcò in testa e la cicogna maiale si caricò nelle zampe Villa il Nano che aveva seguito tutto  il film negli occhi come pietre prismatiche del gatto gobbo che avevano portato nel taxi; aleggiavano nella notte le leggende dei tre pittori RagazziGatto detti il Viconero, il San Michelino Gatti, e il Vigatto, uno dei quali in una maestà dei tre paesi aveva dipinto un ponghellino ape in volo ascensionale nel cielo con nella zampina un fiore al formaggio a forma di piumino fatto di granuli di grattugiato volanti al soffio e dieci micini gli uni sugli altri, l'ultimo del quale spiccante un balzo per abbrancarlo; Villa il Nano ricordava di aver incontrato i tre gatti con gli stivali, e aveva la dito mignolo gonfiolino come una luganichina un anellino al cui interno un micino minuscolo dava la caccia a un topino microscopico e Villa il nano per scherzo fiabesco rimpicciolì come i due animaletti dell'anello e bussava alle porticine delle tane dei topi nei fossi ai cui interni c'erano chiese minuscole magnifiche e ne visitava i refettori e vedeva crocifissi feti di gatti rosellini di carne lucida senza peli entrati nelle tane per mangiare i topi i quali li avevano così inchiodati.

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