Nella
notte nera, in una scuola di Comacchio, nell'oscurità come in
un cinema buio, un ragazzino poeta, detto il Zanzaro
Succhiasangueblu, rampollesco, fece a tranci un altro ragazzino
chiamato Anguilludovico precisamente nella biblioteca sotterranea
dell'istituto il cui finestrone guardava verso il fondale, dove
esisteva una gabbia d'oro, cubica e illuminata, in cui nuotava un
anguilla imprigionata e grossa come un collo di toro.
Una
zanzara gigante come un elefante, assistendo alla scena, vomitò
nel canale sostanze di tutti i tipi di sangue, inglobati con
lentissime punture e due cicogne nere su un tetto di una casa, con i
becchi si davano un bacio, e questi due trampolieri erano appisolati
su un nido dagli stecchi fragranti.
Villa
il nano, quella notte lontana, era nel paese e alla sera aveva
mangiato in un ristorantino un piatto di cicogna lessa a mezzogiorno.
L'indomani, Zanzaro, arrestato, camminava con ai polsi le manette tra
due guardie. Un fatto del genere successe nel paese di Gorgonzola
dove il ragazzino detto il Gorganza bruciò su un neon a forma
di formaggio verde, luminaria luminosa e pubblicitaria della ditta
paterna di formaggi Cippolagliano, un calabrese trapiantato in
Brianza, compagno di classe nell'istituto tecnico del suo assassino,
poi vendicato dal padre che aveva fatto uno sfregio con una lametta
al Gorganza allo stadio di San Siro.
La
lama a forma di piccola falce del simbolo del partito di Berlinguer
fece schizzare il sangue, trasportato dal vento, sulla Madonnina del
Duomo. L'assassino Zanzaro riuscì a fuggire dalla galera e,
preso un taxi ,si fece portare a Volano al ristorante chiamato
Anguilla Regina. Nell'insegna del locale erano graficamente disegnate
un'anguilla con una coroncina in testa e una zanzara imperatrice.
Nel
locale, illuminato di lumini a forma di zanzarone, dopo aver mangiato
un fritto, bevendoci dietro del vino, fuggì sul taxi del
taxista chiamato Pinzini Contini il quale, guidando, uscì
fuori strada in una località pieni di campi erbosi, dove i
bagnanti giocavano allo sport detto volano e in cielo volavano
interminabili file di naderi.
L'assassino
arrivò a Ferrara e raggiunse la casa di un chirurgo che gli
fece una plastica facciale. Infatti, gli lisciò con un ferro
da stiro i polpastrelli per rendere vana qualsiasi ricerca di
impronte nella schedatura. In questo modo del suo meraviglioso viso
ovale rimasero solo gli occhi turchini, infine con in tasca una
pistola, dalla canna allungabile a fucile a forma di anguilla in
argento, s'imbarcò per l'Africa dove commerciò polvere
da sparo e fucili.
Il
custo della polveriera era uno di Spina, un certo nobile chiamato
Necropoli Timtomballo, che aveva incontrato decenni prima a Comacchio
quando questi gravitava nella zona perché da giardiniere
curava i graziosi giardini dei sette lidi comacchiesi.
Mirabile
fu una cena d'estate nella località africana in cui
l'assassino fumava delle erbe oppiacee utilizzando dei pipini, faceva
bagni in mare, cacciava, cuoceva, scottava ed essiccava la sua pelle
al sole e correva sui cammelli con Villa il nano, Timtomballo
Necropoli e due ragazzi di Bologna, venuti per svernare e che avevano
portato in omaggio un carrè di mortadella squadrato a forma
minuscola di Chiesa di San Petronio.
Il
taxista Pinzini Contini portò sul suo taxi dei tennisti a un
circolo di Ferrara dove si disputavano partite di tennis in notturna
su dei campi in terra battuta rossa con vergati in polvere bianca o
blu o arancione i marchi della Coca Cola, del Campari e dell'Aperol.
Il taxista chiese
dell'assassino a un giocatore molto peloso e aitante, con una
racchetta di legno smaltata di crema di vernice color malaga, con
effigiato un leopardo incoronato e poi laccata di resina d'oro, e il
tennista morettone raccontò che in Africa l'assassino da
attivo nel sesso qual'era sempre stato aveva cambiato gusti e si
faceva inculare da drudi.
Dirò
che l'assassino una notte fece una toccata e fuga al club. Era
abbronzato come un marocchino con i tratti del viso tirati
dall'intervento plastico e vestito con una giacca e pantaloni colore
del pompelmo con dei pirana imbalsamati per bottoni.
Era
la notte dopo il palio di Ferrara dove Villa il nano aveva seguito la
corsa delle asine quando, nella folla di Piazza Ariostea dove si
teneva l'agone, gli sembrò di aver scorto l'assassino al quale
poi un barista del circolo aveva preparato, mescolando caramello,
caffeina, cocaina, e limone una Coca Cola, gasandola, poi con il
sifone e questi sorseggiandola seguì il singolo di tennis tra
due soci sotto l'illuminazione elettrica di un campo all'aperto.
Sullo
stesso taxi di Pinzini Contini fuggì l'assassino e al
conducente parlava di certe inculate con neri e diceva che aveva una
membrana plastificata alle pareti del deretano per non farsi accusare
dal tribunale delle analisi omosessuali e che un africano con un
fucile a forma di scrofa sparava vibratori nel suo sedere, in questo
modo l'assassino godeva e non poteva più far senza di
quell'amante.
Villa
il nano, molti anni dopo, si fermò a mangiare nel ristorante
di Volano, già citato, davanti al quale volavano zanzare e
sgocciolavano dai pungiglioni sangue e le anguille uscivano e
saltavano dagli acquitrini mettendo in scena un balletto da atlete
del nuoto sincronizzato.
Nel
locale il nano parlò con una vecchia signora detta la zia
(nome con cui si chiama il salame specialità nel ferrarese) la
quale aveva suggerito al meraviglioso ragazzo dal viso ovale, il naso
sottile, gli occhi turchi colore cieli serali arabi, e la bocca color
candito, di uccidere Anguil Ludovico.
Villa
il nano raccontava quando sul frontone del Duomo di Comacchio, il cui
profilo nella notte era color cioccolato e la campana, una mandorla
dentro al cacao aveva seguito il funerale di Ludovico.
Nessun commento:
Posta un commento