mercoledì 9 ottobre 2013

I balloni di ortiche



In un borgo di campagna Villa il nano, credendosi il Messia, indisse una cena con dodici apostoli nani. Lì mangiarono delle fette di salmone a forma di libri di salmi, bisteccone a forma di grosse ostie, preti a forma di reverendi, pane e volpe, mammelle cotte e farce di trippa lessi con gelatina a forma di zampa di gallina, e poi minestrone, formaggio parmigianino, e una torta di sorbe, bevendo vino a volontà.
Il lambrusco rosellino delle bottiglie sturate ricopriva, fuoriuscendo, i colli dei fiasconi come gorgere fatte di bollicine spumose schiumose. I dodici apostoli erano chiamati o detti il Giarrettierona, l'Ufo, Campione Cappone, il Zibibbione, il Figo Fico, il Solepark, l'Annolino, il Nottambum Bambolone, ,l'Orticone, il Topone dai peli boccoli, il Mammone scrofone e il Fontanone dei mendichi.
Erano tutti autori di libri di vangeli maccheronici la cui copertina sembrava davvero a forma di maccherone e scrivevano per esempio: Campione cappone di gare di corsa di capponi, l'Annolino di maestà a forma di anolini giganti in muratura, e infine l'Orticone di una guerra vinta con balloni di ortiche lanciati contro i nemici, mentre la lingua adoperata era il sanscrito buffonesco.
Nella notte dopo il convivio Villa il nano e i dodici apostoli udirono degli schiamazzi. Villa e Scrofone Mammone videro i contadini del borgo lanciare con una catapulta delle balle, piene e gonfie di erbacce di ortiche, ai nemici assaltanti che cadevano a terra contorcendosi in preda a grossi pruriti. Poi il Mammone Scrofone fece vedere una chiave, gonfia come un maiale, che doveva scrofolare in una serratura gigante quanto lei per mostrare al nano Villa la sua abitazione. La descrisse con gloria dicendo che aveva mobili antichi. Il comodino del commediografo Plauto, il letto di Cristo, e la credenza bar del poeta Orazio, ma entrando c'erano solo arredi degni di uno schiavo nonostante fossero tutti meravigliosi come la tomana con il cuscino di velluto a forma di fragola rossa lampone, il letto di legno, con intagliate delle facce di lenoni, e la cucina il cui forno era una gigantesca mostellaria.
Invece al piano elevato c'era una torre a forma di Palazzo di Sparta dalla cui sommità si lanciavano bamboloni che venivano a trovare il mammone e rimanevano impauriti dalle sue coccole e dalla dolce e affettuosa tenerezza.
Era il giorno di San Vulvino dei casini e l'apostolo detto Fuga s'impiccò a un albero di fico mentre nel borgo passava un antenato latino di Mike Buongiorno, chiamato Mikus Bonusdies, che interrogava coloro che incontrava su quanti semi ci fossero in una cocomera e quanti pesci ci fossero nel mare. Così Villa il nano raccontò al quizologo di quando, per un suo miracolo, i mari avevano preso il posto del cielo e dei pesci volavano mentre gli uccelli planavano nei fondali dei pantani svuotati di acqua salina.

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