giovedì 3 ottobre 2013

La bibbia ai tempi dell'antelami










Il figliol prodigo, fuggendo da casa, aveva visto acini d'uva come minuscole vetrine illuminate di Amsterdam con dentro microscopiche prostitute. Una sera aveva fatto ritorno nel podere del padre e lo aveva trovato che stava banchettando sotto il portico. I servi portavano sul vassoio un maialone gonfiolone e cotto allo spiedo, il quale in quei giorni, in sua assenza, aveva dormito nel suo letto e piangendo lacrime, bagnando la cotenna, avevano lasciato impresso, a contatto con il lenzuolo, la propria impronta come fosse la sua sindone. Grugnendo aveva espresso di essere mangiato perché così sarebbe tornato il figliol. Alla vista del suo maiale morto chiamato Grugnolone il figliol prodigo pianse il padre che lo vide con una grande zazzera ordinò a uno dei convitati, il barbiere chiamato Felicesoiati, di fargli toletta e capelli sul momento. La scravatina terminò con una spolverata per mezzo di una spazzola fatta di setole grezze del maiale ucciso dai norcini, il quale in vita era un giullare buffone addomesticato nel podere. Una notte di giugno gli erano entrate nel deretano due lucciole che, arrivate fin dietro i cavi oculari, gli illuminarono gli occhi, per questo lo aveva soprannominato Lucciolo. Villa il nano raccontò al padre del figliol che nella chiesa di San Giovanni, buia per la notte ai tempi dell'Antelami, era entrata una lucciola gonfia,grassa, a forma di una scrofa, e illuminava a intermittenza le navate scure che un abate aveva chiamata Salume.










Il figliol prodigo, fuggendo da casa, aveva visto degli acini d'uva, simili a minuscole vetrine illuminate di Amsterdam, con dentro delle microscopiche prostitute. Una sera aveva fatto ritorno nel podere del padre e lo aveva trovato che stava banchettando sotto il portico.
I servi portavano sul vassoio un maialone gonfiolone e cotto allo spiedo, il quale, in quei giorni, in sua assenza, aveva dormito nel suo letto piangendo lacrime e, bagnando la cotenna, avevano lasciato impresso, a contatto con il lenzuolo, la propria impronta come fosse la sua sindone. Grugnendo aveva espresso di essere mangiato perché così sarebbe tornato il figliolo.
Alla vista del suo maiale morto chiamato Grugnolone il figliol prodigo pianse il padre che, vedendolo con una grande zazzera, ordinò a uno dei convitati, il barbiere chiamato Felicesoiati, di fargli toeletta e capelli sul momento.
La scravatina terminò con una spolverata per mezzo di una spazzola fatta di setole grezze del maiale ucciso dai norcini, il quale in vita era stato un giullare buffone addomesticato nel podere.
Una notte di giugno gli erano entrate nel deretano due lucciole che, arrivate fin dietro ai cavi oculari, gli illuminarono gli occhi, e per questo motivo lo avevano soprannominato Lucciolo.
Villa il nano raccontò al padre del figliol che nella chiesa di San Giovanni, buia per la notte ai tempi dell'Antelami, era entrata una lucciola gonfia e grassa, a forma di una scrofa, e illuminava a intermittenza le navate scure che un abate aveva chiamata Salume.

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