Il
figliol prodigo, fuggendo da casa, aveva visto acini d'uva come minuscole
vetrine illuminate di Amsterdam con dentro microscopiche prostitute. Una sera
aveva fatto ritorno nel podere del padre e lo aveva trovato che stava
banchettando sotto il portico. I servi portavano sul vassoio un maialone
gonfiolone e cotto allo spiedo, il quale in quei giorni, in sua assenza, aveva
dormito nel suo letto e piangendo lacrime, bagnando la cotenna, avevano
lasciato impresso, a contatto con il lenzuolo, la propria impronta come fosse
la sua sindone. Grugnendo aveva espresso di essere mangiato perché così sarebbe
tornato il figliol. Alla vista del suo maiale morto chiamato Grugnolone il
figliol prodigo pianse il padre che lo vide con una grande zazzera ordinò a uno
dei convitati, il barbiere chiamato Felicesoiati, di fargli toletta e capelli
sul momento. La scravatina terminò con una spolverata per mezzo di una spazzola
fatta di setole grezze del maiale ucciso dai norcini, il quale in vita era un
giullare buffone addomesticato nel podere. Una notte di giugno gli erano
entrate nel deretano due lucciole che, arrivate fin dietro i cavi oculari, gli
illuminarono gli occhi, per questo lo aveva soprannominato Lucciolo. Villa il
nano raccontò al padre del figliol che nella chiesa di San Giovanni, buia per
la notte ai tempi dell'Antelami, era entrata una lucciola gonfia,grassa, a
forma di una scrofa, e illuminava a intermittenza le navate scure che un abate
aveva chiamata Salume.
Il
figliol prodigo, fuggendo da casa, aveva visto degli acini d'uva,
simili a minuscole vetrine illuminate di Amsterdam, con dentro delle
microscopiche prostitute. Una sera aveva fatto ritorno nel podere del
padre e lo aveva trovato che stava banchettando sotto il portico.
I
servi portavano sul vassoio un maialone gonfiolone e cotto allo
spiedo, il quale, in quei giorni, in sua assenza, aveva dormito nel
suo letto piangendo lacrime e, bagnando la cotenna, avevano lasciato
impresso, a contatto con il lenzuolo, la propria impronta come fosse
la sua sindone. Grugnendo aveva espresso di essere mangiato perché
così sarebbe tornato il figliolo.
Alla
vista del suo maiale morto chiamato Grugnolone il figliol prodigo
pianse il padre che, vedendolo con una grande zazzera, ordinò
a uno dei convitati, il barbiere chiamato Felicesoiati, di fargli
toeletta e capelli sul momento.
La
scravatina terminò con una spolverata per mezzo di una
spazzola fatta di setole grezze del maiale ucciso dai norcini, il
quale in vita era stato un giullare buffone addomesticato nel podere.
Una
notte di giugno gli erano entrate nel deretano due lucciole che,
arrivate fin dietro ai cavi oculari, gli illuminarono gli occhi, e
per questo motivo lo avevano soprannominato Lucciolo.
Villa
il nano raccontò al padre del figliol che nella chiesa di San
Giovanni, buia per la notte ai tempi dell'Antelami, era entrata una
lucciola gonfia e grassa, a forma di una scrofa, e illuminava a
intermittenza le navate scure che un abate aveva chiamata Salume.
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