Villa il nano negli anni sessanta faceva il garzone di toeletta nella barberia del barbiere Lingottin a Torino e una sera di nebbia su un corso lungo il Po aveva intravisto Gigi Meroni, vestito da trans dal corpo molto muscolarmente attrezzato camaleonticamente tramutato in quello di una ragazza come una prostituta degli anni del boom economico somigliante o più bella di una Monica Bellucci che stuzzicava con parolacce in dialetto turines altre donne di malaffare in sua compagnia e giorni più tardi, lo aveva avuto da cliente barbuto a farsi rasare nel salone del barbiere Lingottin. Ritornato a Parma Villa il Nano faceva il garzone di toletta, il Puttano, il lavatore di latrine e di turche e l'aiuto becchino e puliva le tombe di ossa da mettere nei reliquiai comuni delle chiese e insieme al prostituto nano detto il Trampoliere Licogna batteva davanti alla stazione di Parma e veniva caricato sulla macchina dei clienti di sesso certi dei quali il birichino Prevosto Imbariaga che lo portava nella chiesa di San Vitalino dai travi a forma di peni giganti sui soffitti del refettorio o dal culattone Lettuccio Bianchino Cinema con il quale andavano a masturbarsi al cinema guardando film e con questi era entrato anche nel Convitto Maria Luigia e aperte cento stanze comunicanti erano stati davanti allo scrittore Colombi Guidotti che asportava come droga stupefacente un pezzo di fungo mescalina con macchie giallognole di muffa pelosa come se vi fosse dipinta la cupola del Correggio sotto la cappella in miniatura e poi lo inghiottì e altri clienti frequenti erano certi chiamati Gandano Gandini, Deficentello Cotecasupinoni, Nadero Anitrasalati e Lindonello Pacchiani; Rosario Villa e Gennaio Gelati i prostituti nani davanti alla stazione furono caricati sulla macchina da un culturista enorme gonfione in canotta, rasato e con un ammasso di muscoli lampadati di colore cioccolato e venuzzati di vene viole e blu da Manzo il quale si rivolgeva a loro con gergo di palestrato e i due si fecero portare in una carraia di Vigatto dove ammazzarono il body builder svenandosi le vene con le sue lamette a forma di bicipitini di alluminio con cui si depilava i polpacci e spomandogli il sedere con un vibratore a forma di ingiallita fetta gonfia di tortafritta di plastica e poi chiamarono nella notte di febbraio gelidina il taxi del conducente Sagro Fierona che li portò alla pesca di beneficenza nella chiesa delle Grazie. Qui il prete chiamato Anticagnolo Pacchiancuculo fece vincere alla riffa un pentolone anabolizzatore per brodo e nell'occhio di Villa il Nano una piccola pallina di gelato alla crema Bindi si era fotografato in minuscolo l'immagine dell'erculturista chiamato Amerigo Culturella riverso sull'erba della carraia con il corpo colore cioccolato dagli addominali a forma di pandoro; Rosario Villa il Nano siccome gli era venuto il mal di testa andò in una farmacia dai miliardi di pastiglini multicolori sugli scaffali e si comprò una cibalgina a forma di minuscola della cupola della chiesa della Steccata.
Antonio Ugolotti Serventi si autodefinisce scrittore surrealista e reincarnazione del poeta francese Desnos. La sua è una scrittura dallo stile surreale, un caotico magma d'immagini visionarie e sorprendenti allucinazioni accostate una all'altra in un incastro di eccessi, simboli e metafore. Antonio possiede una mente innocente e diabolica libera di spaziare sopra gli uomini e le cose e sa creare, senza inibizioni e filtri, un universo narrativo grottesco, stravagante, e provocatorio.
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