venerdì 15 marzo 2013

I tortelli du zucca




          Villa il Nano  ricordava una giornata passata  con un suo collega  prostituto nonché addetto alle pulizie dell'ospedale Piccole Figlie, il quale si chiamava Laterizio Latinillo Lanzi ed era figlio di un imbianchino e in una mattina splendente di marzo erano andati sul greto del torrente Parma all'altezza di Via Pontremoli dove avevano giocato alle biglie con dentro le figurine del ciclista Adorni, poi avevano mangiato alla mensa dei ferrovieri serviti di un prete a forma del volto del reverendo Domenico Maria Villa con purè color giallo liso dal cameriere chiamato Faraonarano Roccabianca, quindi erano andati in stazione dove Villa il Nano si divertiva tantissimo a guardare la gente che partiva e arrivava e nella tabaccheria lì sita interna avevano comperato le sigarette, Maria Goleador con su a ogni cartina di sigaretta stampato il nome di un asso del footbal e Villa aveva iniziato a fumare una Mortinsen; si era fatta sera e poi notte - il buio pieno delle ciliegie sotto spirito fosforescenti dei fanali delle macchine quando nel posteggio dei taxi ne presero uno dal taxista chiamato Zanardello Zanari, dal quale si fecero portare davanti alla villetta e andarono a trovare nella Villetta Bianca Cicogna di fianco al camposanto il becchino chiamato Teleomorti Chelo il quale chiese a Villa il Nano una sigaretta con stampato il nome di un cacciatore  dell'Ambrosiana e così il nano vi spicchiò una Meazza nel pacchetto; a notte fonda li venne a prendere un cliente da sesso: il vecchio rimbambito Panzone chiamato Strolghino Pansec sulla sua Fulvia bianca in cui era posato il cuscinetto del Parma Calcio e sullo specchietto penzolavano il pupazzino della Madonna di Fontanellato e li pèortò sulla macchina nei pressi nel paese mantovano delle scope chiamato Cicognaga dove in una trattoria a quell'ora ancora aperta mangiarono tortelli dal ripieno di zucca color canarino e in una laberghetto bettoloide chiamato la Mano Turba fecero sesso. Villa il Nano nella notte si sognò un paese della bassa e le oche che correvano il palio attorno a un casolare e l'ocone che aveva vinto era detto il Cavallino Bianco. Alla festa della notte  del Parmigiano-Reggiano ricorrenza che si ripeteva ogni mille anni a Parma dalle tavolate  apparecchiate in tutto il centro Villa il Nano mangiava tortelli ricamatissimi della forma di ogni secolo seduto di fianco al pittore Sirocchi con una grattugia bombata di metallo a forma di gorgera al collo, agli affrescatori grattugianasso e steccatina  dal pennello lungo a forma di stecca di biliardo sempre in mano e all'imbianchino decoratore detto Scherzo della Gatta e al nonno Nasone pittore Sirocchi plurivittorioso al concorso dei nasi di Soragna con in tasca un topo dalla peluria giallo formaggio chiamato Scapinino di proprietà di Villa il Nano. 

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