Villa il nano vieppiù fu sul pullman del Milan A.C. nell'annata 66-67 in una trasferta a Vicenza per un Vicenza-Milan e il Nano era seduto sulla corriera di fianco al grosso allenatore Rocco; si stavano dirigendo in un piccolo hotel arredato di dolci e paesane pacchianerie nella profonda Lombardia e Villa prese posto nella sedia con il C.T. e il magazziniere dei palloni e fumò in continuazione la pipa nella notte appoggiato alla finestra aperta da dove vedeva nella strada due prostitute dai coscioni e i polpacci giganti tiratori; nel lontano 68 invece Villa il Nano faceva la maschera bigliettaia in un night parmigiano chiamato il "cappellone dello spumante" e una notte in cui il reverendo Don Perna e il calciatore Mora si erano imboscati in una garconier con una entrenouse sexi egiziana, alla Catullo mentre erano chini sulla donna l'inculò; il Nano Villa sorbendo una Cola Cola in una lattina a forma di oca insieme al barbuto Lumacone, sfaccendato poeta fuori corso all'università di lettere chiamato Jmenez nelle notti anni 60 viaggiava sul pullman a tre piani a forma di panettone Motta del Milan calcio di fianco al Sioron Paron Rocco, con Rivera, vestito da Madonna del Duomo di Milano e gli altri giocatori e degli anni sessanta volarono via tra granatine sgranocchiate d'estate in bagni balneari la cui radiolina del bar trasmetteva la canzone "Sapore di mare" e Villa il Nano ricordava su tutto i ghiotti panini al prosciutto cotto fresco, vellutato e saporito al palato come salume color della Gazzetta dello Sport che Villa il Nano divorava avido come gli articoli su Meroni che adorava perché era il giocatore dei seminaristi e le micche farce gliele confezionava l'osteria Bozzetti di Pontetaro.
Antonio Ugolotti Serventi si autodefinisce scrittore surrealista e reincarnazione del poeta francese Desnos. La sua è una scrittura dallo stile surreale, un caotico magma d'immagini visionarie e sorprendenti allucinazioni accostate una all'altra in un incastro di eccessi, simboli e metafore. Antonio possiede una mente innocente e diabolica libera di spaziare sopra gli uomini e le cose e sa creare, senza inibizioni e filtri, un universo narrativo grottesco, stravagante, e provocatorio.
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