Quando
il poeta gobbo Leopardi venne a trovare Villa il nano fu ospitato dal
Don chiamato Cielumino Amenolino, nel refettorio della chiesa di San
Pietro, ubicata in Piazza Garibaldi, dalla costruzione a forma di un
chiavone gigantesco del Vaticano in muratura, e intonacata di un
colore arancione d'oro.
Il
poeta e il nano furono serviti dal cameriere chiamato Ciava che gli
versò nella fondina il brodo con degli anolini galleggianti.
I
due si ricordavano di aver viaggiato, in cima a un convoglio di un
treno merci, su uno dei vagoni a forma di pomodoroni, specie a occhio
di bue giganti, d'oro e pieni di pummarola.
Fermatosi
il treno alla stazione di Napoli videro passeggiare sulla banchina
della stazione una nobile matrona napoletana. Quest'ultima aveva un
pizzo da uomo sul mento ed era vestita con un abito celeste dai pizzi
a forma di maccheroni. Infine uscirono nella notte dalla chiesa
nella Piazza Garibaldi provincialotta, con le luci dei bar aperti.
Salirono su un busone color caco e andarono allo spettacolo dei
burattini.
Villa
il nano sgranocchiava chicchi scoppiati di granoturco perché
fritti e nello stesso tempo masturbava il pene di Leopardi seduto di
fianco a lui su una poltroncina del teatrino, viceversa lo zio
Gosinoni, incontrato lì insieme con il nano Zanolino, scambiò
il seme di sperma color gialloparma sui loro abiti per crema di
cannolo o bignè.
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