Un
giorno il Dio parigino, dalle dita come immense e lunghissime
baguette, dall'alto dei cieli, vide i nani Villa, Nembobulloni dei
Nuvoloni, Cesanniani e Gianfigliazzi Tesorinio, con in tasca un
baulino pieno di ori e medaglie, criclenti d'oro, color giallo
limone, da zingari con in rilievo Sant'Antonio Abate, nelle cui
fessure c'era un nero da caricare in macchina, per poi andare nel
quartiere latino con un culturista e successivamente sulla Senna
prendendo posto su un barcone a forma di cigno a mangiare un branzino
al vino.
Il
culturista aveva degli addominali a forma di una torre Eiffel
minuscola. Villa il nano raccontava quando aveva ammazzato un
palestrato in un orto di erbette nane, e di avere assistito a una
partita di football tra le squadre del Bibbiano, dal gagliardetto con
disegnato un breviario, e una bibbia del Corcagnano dallo stemma con
stampato un cane in corsa su una gradinata stipata di tifosi, con il
nano detto Brodo Minestrale e il nano Tarquinio Torquato o di avere
viaggiato su un bus di Busseto, dai sedili foderati di seta color
Fernet, insieme ai camerieri chiamati Ediponio e Cioccolaticcioni
dalla camicia guarnita con degli orli di strisce di pelliccia di
ermellino tinte color analcolico Campari e fosforescenti.